M. Cancarini Petroboni u.a.: Carteggi di Carlo Cattaneo

Cover
Titel
Carteggi di Carlo Cattaneo. Serie I. Lettere di Cattaneo, vol. III (1852-1856)


Autor(en)
Cancarini Petroboni, Margherita; Mariachiara Fugazza
Reihe
Collana «Carteggi di Carlo Cattaneo»
Erschienen
Bellinzona 2010: Edizioni Casagrande
Anzahl Seiten
Preis
URL
Rezensiert für infoclio.ch und H-Soz-Kult von:
Marco Meriggi

«Fatto sta che la politica fu sempre parte affatto secondaria de’ miei pensieri, essendomi io sempre ingegnato di servire quietamente il mio paese, ma in modi meno incerti. E se nondimeno ebbi a prendere qualche impegno di tal fatta, fu per necessità di circostanze; e anzitutto per salvare quei maleavvisati che con un armistizio fatto sulle barricate non s’avvedevano d’incamminarsi inevitabilmente al patibolo. Se mi sono fatto poi scrittore politico, fu ed è per giusto sdegno contro chi volle scusare la sua malavoglia nel far le guerre e la sua dappocaggine nel fare le paci, infamando il paese che aveva ingannato» (a Carlo Cameroni, Torino, 16 novembre 1855, lettera 208, pp. 272-273). Inviata all’abate Cameroni, che lo sollecitava a scrivere uno studio comparato tra le finanze della Lombardia e quelle del regno sabaudo, allo scopo di mettere in cattiva luce il governo austriaco e di contribuire a rafforzare il consenso che si stava nel frattempo guadagnando quello sardo, questa lettera condensa bene la parabola cattaneana nel corso del quinquennio 1852-1856, l’arco cronologico considerato da questo terzo volume della prima serie dei suoi carteggi.

A distanza di alcuni anni dall’insurrezione milanese del 1848, la freddezza di Cattaneo verso la monarchia piemontese resta intatta, malgrado la svolta liberale in atto nel regno di Sardegna ad opera di Cavour. Ma alla riconferma della pregiudiziale antisabauda non corrisponde piú la passione per un progetto politico alternativo a quello perseguito dalle autorità torinesi in relazione al problema italiano. Da un lato, Cattaneo pare aver perso l’interesse per la costituzione di una nuova formazione politica di impronta democratica e federalista, quale quella immaginata da Ferrari negli anni immediatamente successivi allo scacco del ’48-’49. Dall’altro, risulta ancora piú accentuato il suo distacco nei confronti di Mazzini, il quale, con il disastroso tentativo milanese del febbraio 1853 (organizzato clandestinamente da Lugano), sortisce il solo risultato di esporre il Canton Ticino a una pesante rappresaglia economica, provocando l’espulsione di 1200 ticinesi dalla Lombardia in un solo giorno: «Io non posso immaginarmi una arroganza pari a quella di M[azzini] di voler mettere sossopra casa nostra contro il nostro parere e il nostro volere, senza la minima speranza di riescire» (a Agostino Bertani, 14 aprile 1853, lettera 77, p. 88). Pesanti, come è noto, furono in quella occasione le conseguenze per il governo cantonale anche a livello federale. E, dunque, quella «casa nostra» evocata di passaggio nella lettera di cui abbiamo poc’anzi citato un brano, significava l’ormai consolidata identificazione del Ticino e della politica che si svolgeva all’interno dei suoi confini come il primario orizzonte di riferimento di Cattaneo.

Non stupisce, perciò, che nelle lettere da lui vergate in quegli anni, dopo una prima fase in cui affiorano ancora temi intrecciati alla congiuntura del dopo ’48 (in particolare le vicissitudini legate alla pubblicazione del III volume dell’Archivio Triennale, e poi la forzata sospensione dello sviluppo ulteriore del piano editoriale, provocata dalla chiusura della Tipografia Elvetica), emerga un’attenzione prioritaria ai problemi squisitamente ticinesi. Cattaneo resta anche in questi anni, indubbiamente, una figura esposta politicamente, come dimostra ampiamente il suo impegno nella riforma degli studi in chiave laica e progressista, perseguita dal governo ticinese e delineata nei suoi tratti fondamentali dall’esule milanese. Ma a spiccare nei suoi carteggi, man mano che ci si inoltra nel decennio, sono soprattutto quelle tematiche economiche e civili che, del resto, avevano costruito la sua fama a Milano già prima del ’48, e che ora trovano un nuovo scenario di irradiazione nel contesto cantonale. Attraverso l’impegno nel progetto di bonifica della pianura di Magadino, cosí come attraverso gli interventi connessi ad iniziative minerarie e a ulteriori piani ferroviari di grande respiro (la nota querelle dell’alternativa tra il Gottardo e il Lucomagno) Cattaneo diventa in questo periodo a pieno titolo un «ticinese».

Come nei volumi precedenti di questi Carteggi, la cura editoriale – qui affidata a Margherita Cancarini Petroboni e a Mariachiara Fugazza – si segnala per la sua straordinaria esaustività. Basti pensare che alle 380 pagine circa di testo delle lettere ne corrispondono piú di 240 di note. Queste ultime rappresentano uno strumento di lavoro molto prezioso per ogni possibile approfondimento in materia. Cospicuo è anche lo scarto quantitativo di quest’opera rispetto alla precedente edizione dei carteggi cattaneani, curata in anni ormai lontani da Rinaldo Caddeo. Quest’ultimo aveva raccolto, per gli anni 1852-1856, 185 lettere. Qui se ne contano 275, dunque ben 90 in piú, in parte offerte da ritrovamenti in archivi diversi da quelli di cui si era avvalsa l’edizione di Caddeo, in parte derivanti dal «reperimento di nuovi documenti negli stessi fondi già [da lui] consultati». Inoltre, molte lettere pubblicate in versione incompleta dall’edizione precedente vengono qui restituite nella loro interezza.

Eccellente è anche l’introduzione delle due curatrici, le quali collegano in modo convincente quanto emerge dalle lettere con lo sviluppo storico degli anni in esame. Cosí, ponendo la questione della relativa eclissi del Cattaneo «politico» degli anni successivi al ’48, esse la spiegano persuasivamente con la constatazione che «per molti aspetti si era ormai aperta una fase nuova, che registrava la progressiva perdita di centralità del mondo degli emigrati, di cui le discussioni precedenti avevano ancora voluto essere espressione, mentre il Piemonte cavouriano diventava il vero riferimento, il centro di irradiazione die nuovi programmi e della piú recente fisionomia assunta dal movimento nazionale» (p. xxxVI). Il presupposto per l’uscita allo scoperto del Cattaneo «ticinese» era costituito insomma dalla contestuale affermazione di Cavour nel regno sabaudo e nel piú vasto scenario nazionale italiano.

Citation:
Marco Meriggi: Compte rendu de: Margherita Cancarini Petroboni, Mariachiara Fugazza (a cura di), Carteggi di Carlo Cattaneo. Serie I. Lettere di Cattaneo, vol. III (1852-1856), Firenze, Le Monnier – Bellinzona, Casagrande, 2010. Première publication dans: Archivio Storico Ticinese, Nr. 150, 2011, p. 315-316.

Redaktion
Veröffentlicht am
24.07.2012
Autor(en)
Beiträger
Redaktionell betreut durch
Kooperation
Die Rezension ist hervorgegangen aus der Kooperation mit infoclio.ch (Redaktionelle Betreuung: Eliane Kurmann und Philippe Rogger). http://www.infoclio.ch/
Weitere Informationen
Klassifikation
Region(en)
Mehr zum Buch
Inhalte und Rezensionen
Verfügbarkeit